Inferenza rappresentata nei neuroni ippocampali umani

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XX – 02 dicembre 2023.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La rappresentazione dei processi mentali astratti nel cervello continua ad essere una sfida appassionante per la ricerca e, sebbene di tanto in tanto si registrino risultati rilevanti, siamo ancora lontani da una decodifica esaustiva dei vari livelli di rappresentazione. Dopo l’epoca delle ingenue pretese di localizzazione frenologica ed organologica, la neuropsicologia ha cominciato a individuare le sedi corticali del controllo specializzato di alcune abilità connesse alla comunicazione e alla cognizione, ma si rimaneva ancora lontani dalle basi delle rappresentazioni neurali; poi, dal lavoro di Hubel e Wiesel sulle classi di cellule specializzate della corteccia visiva, e dalla comprensione del funzionamento molecolare e cellulare dei circuiti della memoria, è cominciata l’epoca attuale in cui si riportano le attività di segnalazione a probabili codici in grado di specificare un processo. Ben presto è stato evidente che i criteri “on-off” e “frequenza di scarica” dei neuroni erano insufficienti per decodificare le rappresentazioni, che sembravano essere scritte a livello di circuito in una sorta di “linguaggio macchina biologico” incomprensibile. E qui si è rivelata l’estrema complessità di quel sistema di sistemi che è il cervello. Oggi si procede isolando attività discrete, abolendole, ristabilendole e riproducendole per dedurne il ruolo neurofisiologico.

La capacità della nostra specie di adattamento cognitivo ai cambiamenti ambientali è stupefacente: al centro di questa capacità c’è l’abilità di formare rappresentazioni astratte di alto livello, che impiegano regolarità del mondo a supporto di generalizzazioni. Ma finora, come si è detto più sopra, non è stato possibile definire come queste rappresentazioni siano codificate in popolazioni di neuroni, come emergono attraverso l’apprendimento e come si rapportino al comportamento.

Hristos S. Courellis e colleghi hanno studiato la geometria rappresentazionale di numerose popolazioni neuroniche cerebrali di pazienti neurochirurgici volontari, impegnati nell’esecuzione di un compito sperimentale consistente in un ragionamento inferenziale. I risultati emersi sono qui presentati perché di rilevante interesse neuroscientifico.

(Hristos S. Courellis et al., Abstract representations emerge in human hippocampal neurons during inference behavior. bioRxiv preprint[1]  doi: 10.1101/2023.11.10.566490, 2023).

La provenienza degli autori è la seguente: Cortical Systems and Behavior Laboratory, University of California, San Diego, San Diego, California (USA); Werner Reichardt Centre for Integrative Neuroscience, Tübingen University, Tübingen (Germania); Hertie Institute for Clinical Brain Research, Tübingen University, Tübingen (Germania); Center for Theoretical Neuroscience, Columbia University, New York, NY (USA); Department of Neurosurgery, Cedars-Sinai Medical Center, Los Angeles (USA).

La caratterizzazione della “geometria rappresentazionale” delle popolazioni neuroniche è stata realizzata da Hristos S. Courellis e colleghi mediante la registrazione di singole unità nell’ippocampo, nell’amigdala, nella corteccia frontale mediale e nella corteccia temporale ventrale dei volontari durante l’esecuzione di un compito di ragionamento inferenziale. Fra tutte le unità studiate, i ricercatori hanno rilevato che solo le rappresentazioni neurali formate nell’ippocampo codificavano simultaneamente più variabili del compito in un formato astratto e non legato alla forma tipologica.

Questa geometria rappresentazionale si osservava esclusivamente dopo che i pazienti avevano imparato ad esercitare l’inferenza, e consisteva in variabili del compito indipendenti direttamente osservabili o latenti e scoperte dai pazienti. È interessante notare che l’apprendimento dell’inferenza, per tentativo ed errore o grazie a istruzioni verbali, portava alla formazione di rappresentazioni ippocampali con proprietà geometriche simili. La relazione osservata tra il format rappresentazionale e il comportamento inferenziale suggerisce che le geometrie rappresentazionali astratte sono importanti per la cognizione complessa.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-02 dicembre 2023

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] Lo studio non è stato ancora sottoposto a peer-review, ma la sua correttezza è garantita dai National Institutes of Health (NIH).